Cara Micol, l’ho visto proprio lì, sul divano di casa della nonna, quello che sarà il nostro prossimo futuro. In uno sguardo, in quello sguardo con cui mi hai avvolta per pochi secondi perenni, io sono riuscita a scorgere cosa saremo da qui a breve, io e te. E ho provato due sentimenti distinti: la paura di non essere all’altezza, e le vertigini per il privilegio che ho nell’assistere alla trasformazione a tappe di un panzerotto che diventa un adulto.
Non te la scrivo una lettera frignona, di quelle che ti mettono in imbarazzo. No, stai serena. Però due o tre cose devo dirtele e te le scrivo, che così io mi levo un groppo e tu le hai come promemoria.
Se fossimo alle battute iniziali, al battesimo di Aurora La bella addormentata nel bosco, tu fossi Aurora, e io fossi Malefica, saprei cosa regalarti. Eviterei la puntura con l’ago dell’arcolaio perché poi mi toccherebbe correre a disinfettarti e a rassicurare te, piccola ipocondriaca in erba, che non morirai di tetano.
Io sceglierei di regalarti l’imperfezione. Anzi, la consapevole ammissione dell’imperfezione.
Ci saranno momenti, Micol, in cui vorrai essere al massimo. Vestito, umore, sorrisi, situazioni, meteo: per quei momenti lì tu immaginerai tutto e ci investirai tutto. Vorrai che fossero perfetti. E non lo saranno mai perché, se c’è una cosa che ho imparato dalla vita, è che memoria e cuore incoronano come perfetti istanti spontanei, improvvisi, sui quali non c’è nessun controllo. Ti accorgerai che ne stai vivendo uno perché, a un certo punto, si fermerà tutto attorno a te e avrai la piena consapevolezza di essere felice.
Che non significa, bada bene, che devi lasciare al caso le cose che ritieni importanti. Ci sono la tenacia, l’impegno, il lavoro e la passione che sono fiori per i quali ti prego di avere cura. Ti serviranno perché ti insegneranno il metodo per puntare i tuoi obiettivi e lottare per raggiungerli. Lo so, ogni tanto li teniamo chiusi in balcone e ci dimentichiamo addirittura di bagnarli. Sono quei periodi di scazzo fotonico in cui il bioritmo è basso e si procede per forza d’inerzia. Ma proprio perché tu, quei fiori, li hai piantati e battezzati, sai che sono la risorsa alla quale attingere quando il talento e il genio, la spontaneità e le capacità hanno bisogno di un’organizzata accelerata verso quella luna che hai deciso di acchiappare.
Il fatto è che quando sai di essere imperfetta, tutto diventa più semplice. Quando ti scruti e impari a riconoscere i tuoi punti deboli, quando annusi gli scivoloni, poi impari a cadere bene. E a rialzarti velocemente.
Quando sai di essere perfetta nella tua imperfezione sai prenderti le responsabilità delle tue azioni e della tua vita. Ci vorranno magari giorni di riflessione, o soltanto pochi minuti di esitazione, ma poi sceglierai la strada più adatta a te e al momento che stai vivendo. Non perché sarai sicura che sia la strada giusta, ma perché l’avrai scelta tu con la consapevolezza che a ogni passo sarai lucida.
Ecco, potrei rimangiarmi tutto quello che sto per dirti nel giro di pochi anni, ma adesso prendi queste parole per buone.
Non aver paura di deludermi.
Succederà, e nessuna di noi due potrà farci nulla. Perché accadrà che io deluda te, le tue aspettative, i tuoi sogni.
La genetica ci ha fatte simili, ma non uguali. Lo specchio ci dice che ci somigliamo, abbiamo addirittura gli stessi tic e io, in qualsiasi momento della giornata, sento nelle ossa chi sei e come stai. La genetica ci ha fatte simili. Non si tratta di rapporto madre-figlia o di sangue, ci sono un sacco di parenti che al di fuori della famiglia, forse, non si sceglierebbero nemmeno come amici. E non c’è nulla di male ad ammetterlo. Tu e io siamo connesse e da sempre lo siamo. E’ impressionante avere il potere di scorgere i pensieri attraverso una fronte, uno sguardo. Ecco, tutto questo panegirico per dirti che se la genetica ci ha fatte simili e l’universo ci ha connesse, devi sempre ricordarti che io e te non siamo uguali. Che io vivo la mia vita, faccio le mie scelte, faccio dei grandi casini e con estrema imperfezione provo a sistemarli, poi. Ma io e te non siamo la stessa persona e questo è un mantra che devi ripeterti perché non c’è niente di più triste di una vita votata alla ricerca del consenso di qualcuno che si ama.
Tu sei tu, Micol. E sei speciale per come sei, per chi sei e per chi diventerai. Io sono qui che osservo emozionata la tua trasformazione e scelgo di mettere le pattine per camminare senza fare rumore. Lo so che mi vuoi bene e che ammiri tante cose che faccio, che ti piace come affronto le cose e che sei tanto orgogliosa di me. Ci sono momenti in cui mi guardi come se fossi un supereroe e mi si bagnano gli occhi. Ma lo scopo della tua vita non è quello di rendermi felice, ma quello di essere felice tu.
Concediti di fare cazzate, Micol. Mettiti alla prova.
Innamorati di un amore che ti sbriciolerà il cuore. Poi, dopo, imparerai a gestire il tuo dolore e a capire che ne vale sempre la pena. Ti capiterà a tua volta di sbriciolare un cuore, succede. La cosa importante è non fare del male deliberatamente, con cattiveria. Per il resto, perdonati.
Ubriacati. Fallo con persone che ti fanno ridere, con amici che ti sfotteranno per le cose assurde che farai. Ricordati sempre di tenere il cellulare acceso (quando lo avrai) con la batteria carica, e di stare con gente di cui ti fidi. Tieni a mente che potrai chiamarmi in qualsiasi momento del giorno e della notte, aspettandoti comunque che ti faccia un culo grande quanto l’Oceania. Se il giorno dopo non vorrai raccontarmelo, non sentirti in colpa. Io lo capirò, mi preoccuperò, mi incazzerò, ma mi fiderò di te. E non leggerò il tuo diario segreto.
Fai l’amore. Ma fai anche sesso. Ti ricordi cosa ti ho detto l’altro giorno quando parlavamo di vagina? “Devi diventarci amica, Micol, la vagina può essere una grande amica”. Tu sei diventata rossa, ma io lo so che hai capito. Perché avere consapevolezza del proprio corpo è una cosa sana, bella, che ti fa sentire libera come quando fai la ruota in un prato. Fare l’amore è una delle cose più belle che abbiamo a disposizione. Non ti sto dicendo di darla via come il pane a priori, ma di non infilare in sovrastrutture morali una cosa che è naturale e che è il motore dell’evoluzione di questo mondo.
Devi volerti bene. Questo è fondamentale. Devi amare le tue cosce robuste, il tuo sorriso incerto, i tuoi occhi allungati. Le tue manine. Tutto. Questo corpo qua, di cui devi avere cura, è quello che ti permette di vivere e andare per musei, ballare, studiare. E poi devi volere bene alla tua anima. Che non è perfetta, proprio come il tuo corpo, ma che ti fa sentire le emozioni e che collega i profumi alle persone, i vestiti agli avvenimenti. Attenzione, voler bene a corpo e anima vuole anche dire lavorarci se qualcosa non ti piace: accetta chi sei, ma non fermarti mai nel progetto di migliorarti.
Incazzati. Micol, porca miseria, incazzati. Non menare, ma incazzati. Incazzarsi fa bene, non aver paura della rabbia. Non è vero che quando si litiga ci si allontana. Se ci sono argomenti di discussione, e si litiga, poi ci si conosce un pelo di più e ci si vuole più bene. Non colpire mai sotto la cintura, non usare le debolezze di chi hai davanti per ferirlo, litigaci in modo costruttivo. Ma fallo. Perché potrebbe pure essere che l’universo stesso sia nato da un momento di grande incazzatura degli elementi.
Gestisci la paura. Tante cose fanno paura. Non ti dico di non averla, ma soltanto di provare a gestirla. Non hai idea del senso di liberazione che sentirai quando riuscirai a superarla e ad arrivare a vincerla. Quindi assaggia cose strane, vai in posti lontani, mettiti alla prova e insegui i tuoi sogni. I tuoi, non i miei. Perché ai miei bado io.
Focalizzati sul presente. Utilizza il passato come culla per i bei momenti, come avviso per quelli più bruttini. Pensa al futuro quando muoverai i passi verso gli obiettivi. Ma non dimenticare mai che vivi nel presente e che nell’attimo in cui vivi ci sono farfalle da vedere,sorrisi da scorgere, persone da salutare e gelati da mangiare. Il passato non si cambia, sul futuro si deve lavorare, ma il presente è una giostra figa che dà un senso allo scorrere dei giorni.
Studia. Sempre, fino all’ultimo dei tuoi giorni. Usa la tua curiosità e studia. Fai di te un essere umano libero, polemico, appassionato, costruttivo. Studia, o vedi che ti faccio…
L’altro giorno, sul divano della nonna, ho capito che i prossimi anni saranno un affare tra me e te. Sarò io la figura che abbatterai per diventare grande. Ecco, volevo dire che ne sono orgogliosa. Proverò a tenere sempre a mente quello che ti ho appena scritto, ma proprio per questo ti avverto che sono tua mamma e che mi toccherà fare la mamma, e l’educatrice e la stronza. A volte. In potenza, insieme a tua sorella Alice, siamo una grande squadra. Io lo so, tu lo sai, Alice si è preparata i popcorn ed è pronta alla saga adolescenziale che ci aspetta.
In bocca al lupo a noi.